
Mi suona strano - Shaolin Afronauts
Gli Shaolin Afronauts sono un ricchissimo gruppo afro-beat australiano pronto a lunghi viaggi intergalattici.
17 gennaio 2021 • 3 minutiIl terzo episodio di Mi suona strano (qui potete trovare il secondo), la rubrica musicale di Spazii, ci porta in Australia e in Africa con gli Shaolin Afronauts.
Prendete un intrigante mix di fiati e unitelo a dei ritmi africani, soul e cubani, shakerate aggiungendo una punta di jazz. Ora siamo pronti.
Parola d’ordine: afrobeat
La loro musica nasce nel 2008 nel campus dell’Università di Adelaide, in Australia. La passione che accomuna i fondatori è principalmente una l’afrobeat. Questo genere nasce in Africa occidentale a metà degli anni Sessanta, ma raggiunge la sua massima popolarità negli anni Ottanta.
Gli Shaolin Afronauts guardano a un periodo un po’ intermedio. Siamo nel 1975 e Fela Kuti pubblica il suo album Zombie. Kuti era un rivoluzionario e attivista per i diritti umani nigeriano, e con questo disco voleva lanciare un duro attacco alla polizia e all’esercito del suo Paese, accusandoli, appunto, di essere degli zombie. Contemporaneamente, Fela Kuti “inventava” l’afrobeat.
Ascoltando di Shaolin Afronauts l’influenza di Fela Kuti balza subito all’orecchio. Ma il gruppo australiano va un po’ oltre il suo maggiore ispiratore.
Flight of the Ancients, l’album di esordio
Nel 2011 gli Shaolin Afronauts pubblicano il loro primo album, Flight of the Ancients, e ci trasportano immediatamente in un altro mondo.
https://www.youtube.com/playlist?list=PLdOv23-ZFLAVWeQ9hVr729uK\_MguAc7eU
Playlist dell’album Flight of the Ancients pubblicato dalla Freestyle Records
I ritmi afro e lontanamente caraibici, a tratti un po’ funky, la fanno da padrone lungo tutto lo sviluppo dell’album. Ci trasportano in un universo popolato dalle figurine che campeggiano sulla copertina, che ovviamente vivranno una vita a tempo.
La mancanza di parole aiuta a immedesimarsi in questo viaggio, ci si corica sulle onde della musica e ci si lascia andare. Tanto sicuramente staremo andando in un posto bellissimo.
Sono quasi trenta le persone dietro la registrazione di questo album, tra musicisti e personale di studio. Ascoltando un po’ attentamente, si possono distinguere con chiarezza tutte le singole voci degli strumenti, dai bassi ondeggianti ai sax di cristallo, ma è la loro fusione a meccanismo d’orologio che porta avanti la musica.
Afro-soul futurista interstellare
Nella pagina Facebook degli Shaolin Afronauts compare una descrizione della band (e della musica) tanto singolare quanto breve. Interstellar futurist afro-soul, afro-soul futurista interstellare. Basta ascoltare qualche pezzo per rendersi conto di quanto sia adatta.
È soprattutto il secondo album, Quest Under Capricorn che li porta in questa direzione: più onirico, più spaziale, porta l’ascoltatore sempre più lontano, con una calma che non c’era in Flight of the Ancients.
Playlist dell’album Quest Under Capricorn pubblicato dall’etichetta Freestyle Records
Con il terzo e ultimo album (per ora), Follow the Path, uscito nel 2014, si torna invece alle origini, raddoppiando la dose. Il loro debutto discografico Flight of the Ancients durava 45 minuti e 39 secondi, Follow the Path ben 1 ora e 33 minuti, tutti godibilissimi.
Playlist dell’album Follow the Path pubblicata dall’etichetta Freestyle Records
Ecco, quella degli Shaolin Afronauts è una musica di cui difficilmente ci si stanca. Si adatta a dure giornate di lavoro e a momenti di tranquillità e relax, a fare da sottofondo chill e a lunghi viaggi in macchina.
Insomma, dopo i mille progetti musicali che il gruppo ha intrapreso negli ultimi anni aspettiamo con ansia un nuovo album. Per tornare a volare con gli Antichi, s’intende.