Mi suona strano - The Souljazz Orchestra

La Souljazz Orchestra è un collettivo canadese famoso per due motivi: il suo groove ipnotico e il suo impegno politico e sociale.

24 gennaio 20213 minuti

Il quarto episodio di Mi suona strano, la rubrica musicale di Spazii, ci porta in Canada per conoscere la Souljazz Orchestra. La loro musica è colma di fiati dirompenti, ritmi caraibici quasi ipnotici e un groove che sfocia nell’afro, ma con un approccio ben diverso da quello degli Shaolin Afronauts di cui si è parlato nella scorsa puntata.

La musica della Souljazz Orchestra

Il sound della band ad un primo ascolto potrebbe sembrare addirittura caotico, ma se si presta più attenzione tutto gira come gli ingranaggi di un orologio. I sei membri della Souljaz Orchestra hanno ben chiaro cosa fare e come un groove che si avvicina alla trance.

Loro stessi dichiarano di prendere ispirazione dalla musica caraibica e afro, ma come sempre si cerca di andare anche un po’ più in là. Un tocco di soul, di jazz e ultimamente anche di un po’ di buon vecchio British sound anni ‘80 (alla Clash e Police, per intendersi) danno una spinta e un mordente particolarissimo alla loro musica. Tra l’altro, per i più curiosi, sul sito della band alla sezione Soulfood è possibile trovare anche una lista degli album che trovano più importanti e di ispirazione.

Mista President è la canzone che li ha fatti conoscere all’ampio pubblico, e in questsa versione live si possono vedere tutti i tratti caratteristici della Souljazz Orchestra. La mancanza di strumenti a corda (chitarre, bassi) salta subito all’occhio. Vediamo in primissimo piano tre sassofoni (un baritono, un tenore e un alto), che sono gli elementi chiave della melodia e che guidano il gioco. Accanto a loro le percussioni che richiamano l’influenza caraibica nella loro musica. Alle spalle della prima fila di musicisti le tastiere vintage, come le definiscono loro stessi, che tessono la trama di tutte le canzoni della Souljazz Orchestra. Infine la batteria, che rotola e traccia i contorni delle note. Le parole sono spesso poche e ripetute, hanno quasi un ruolo ritmico. Ma attenzione, sbaglieremmo a pensare che non abbiano significato.

Come suona l’impegno politico

Una delle caratteristiche più significative della Souljazz Orchestra sta nei testi. Come dicevamo, spesso non si tratta di testi lunghi o molto articolati, in particolare considerando la lunghezza media delle canzoni. Eppure, anche se con poche parole, si cerca di raccontare una storia, spesso fatta di ingiustizie, di abusi sociali o di politica scorretta.

L’impegno politico e sociale della Souljazz Orchestra emerge anche dai titoli degli album, da Freedom No Go Die a Manifesto, passando per Solidarity e Resistance. Dell’ultimo album, Chaos Theories, scrivono:

Always known for its uncompromising social and political messages, the Canadian collective hits harder than ever on these nine new tracks, outing the hypocrisy of modern day politics, abuses of power by law enforcement, and the everyday struggle of the working man. 

Conosciuto per i suoi intransigenti messaggi sociali e politici, il collettivo canadese colpisce più forte che mai in queste nove nuove tracce, mettendo allo scoperto l’ipocrisia della politica moderna, gli abusi di potere delle forze dell’ordine e la lotta quotidiana dei lavoratori.

La voglia di denuncia dell’ipocrisia della politica, degli abusi di potere, della lotta quotidiana dei lavoratori: questi sono i fili conduttori dei testi della band canadese. Uno degli album in cui è più evidente questa linea è Manifesto, del 2008 (di cui consigliamo assolutamente l’ascolto).

E ora?

Negli anni la Souljazz Orchestra ha portato la sua musica e i suoi ideali dal Canada agli Stati Uniti arrivando anche in tour in Europa. Ovviamente, questi tempi complicati hanno costretto a uno stop dei concerti dal vivo, ma l’attività musicale va avanti. Come promette la stessa band, la Souljazz Orchestra continuerà ad essere una forza inarrestabile.

Nell’attesa di nuove produzioni, a noi non resta che ascoltare un album pensato proprio per tempi difficili come questi.

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