Dove sono i giovani nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il 12 gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dal valore di 222,9 miliardi. Che spazio hanno i giovani nel progetto?

13 gennaio 20215 minuti

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Il 12 gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato il documento sul Recovery Plan, o meglio il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Le proposte servono ad attuare l’iniziativa Next Generation EU, che mira a finanziare progetti per l’uscita dalla crisi dovuta alla pandemia.

Il documento del Governo italiano visionabile qui) contiene interventi ad ampio raggio che vanno dalla digitalizzazione alla ricerca, dalla salute all’inclusione e dalla rivoluzione verde a infrastrutture sostenibili. Ma che spazio hanno i giovani?

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, p. 36.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, p. 36.

Tre priorità trasversali

I giovani nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono inseriri tra quelle che vengono definite le tre priorità trasversali insieme a Parità di genere e Sud e riequilibrio territoriale. L’idea è che queste priorità siano il filo conduttore di tutte le missioni del PNRR.

In particolare, ai giovani è riconosciuta l’attività nei campi del digitale, della sostenibilità ambientale e dell’inclusione sociale, di cui sono contemporaneamente beneficiari. Si riprende quindi la sensibilità particolare, nonché i bisogni e le aspirazioni delle nuove generazioni verso questi temi, mirando a interventi che abbiano ricadute positive in futuro.

Andando a leggere il documento, si nota come la figura dei giovani viene particolarmente rimarcata in tre delle sei missioni totali (sebbene siano citati anche nelle rimanenti tre): Digitalizzazione, Istruzione e ricerca, Inclusione e coesione.

Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

La Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura insiste molto sull’inserimento dei giovani in un mondo del lavoro in evoluzione come quello contemporaneo.

Turismo e Cultura risultano essere tra i settori in cui è più elevata la presenza di lavoratori giovani: da qui la necessità di rafforzare la connessione dei percorsi professionalizzati e ITS per le professioni artistiche e culturali, oltre ad una nuova formazione per la digitalizzazione del servizio turistico.

Per valorizzare le conoscenze e le conoscenze dei nuovi laureati si prevede inoltre un rafforzamento della stagione di concorsi pubblici. Inoltre, come si legge nel documento:

Le procedure concorsuali, per le quali si prevede implementazione di modalità di selezione secondo modelli già adottati dalle istituzioni europee, saranno inoltre volte a valutare anche le capacità relazionali, motivazionali, attitudinali e di problem solving.

Si vuole poi spingere nella direzione di digitalizzare quanto più possibile il mondo del lavoro. Questa soluzione, secondo i dati riportati dal Governo, ha portato negli anni a un miglioramento dell’occupazione, specie govanile e nelle nuove professioni.

In generale, all’occupazione giovanile si sono destinati 340 milioni di euro sul totale.

Missione 4 - Istruzione e ricerca

Uno degli scopi principali della Missione 4 - Istruzione e ricerca è aumentare le competenze che possono fornire le scuole, le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale. Queste costituirebbero una “cassetta degli attrezzi” per i giovani per la loro partecipazione attiva alla vita sociale e culturale del Paese.

Ci sono però dei problemi, legati ai divari territoriali: l’accesso all’istruzione o alle risorse di formazione non è omogeneo a livello nazionale. È qui che interviene il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza:

rafforzare l’accesso all’istruzione a tutti, prescindendo dalle possibilità economiche garantendo pari opportunità ai giovani su tutto il territorio e riducendo la povertà educativa; prevede l’aumento del “tempo-scuola”, incrementando lo spazio per l’offerta formativa e contemporaneamente aiutando la conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle famiglie e specialmente delle donne.

Il potenziamento delle scuole dell’infanzia proposto nel documento va proprio in questa direzione.

C’è poi il capitolo ricerca, per il quale si propone un aumento di investimenti pubblici e privati. Sono stati introdotti due miliardi di euro per il fondo nazionale di ricerca e un miliardo per edilizia e infrastrutture di ricerca, in particolare al Sud.

Si cerca quindi di ridurre la distanza che separa l’Italia dai Paesi più avanzati, così come era stato richiesto da molti esponenti del mondo della ricerca italiano.

Missione 5 - Inclusione e coesione

La Missione 5 - Inclusione e coesione è tra le più complesse e articolate. Per quanto riguarda i giovani si insiste sull’aumento dell’occupazione di qualità e parallelamente sulla costruzione di ambienti in contrasto alla marginalità sociale.

Sul piano dell’occupazione si propone come modello da seguire l’apprendistato duale, che unisce formazione e lavoro, insieme al servizio civile universale.

Attraverso interventi in aree specifiche, in particolare nelle periferie urbane spesso degradate, si vuole fornire un aiuto alla socializzazione dei giovani. Le azioni saranno portate avanti soprattutto nei contesti più svantaggiati economicamente, o comunque dove sono presenti forti divari sociali.

Le critiche al Piano

Ci sono però delle critiche sui fondi destinati ai giovani nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. È stata anche lanciata una petizione da parte del movimento Uno non basta, per chiedere un aumento degli investimenti legati al Recovery Plan per politiche che riguardano le fasce più giovani della società.

Bisogna tenere in conto che i campi di azione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono tanto ampi da andare a interessare contemporaneamente fasce anche molto diverse di popolazione. Si punta quindi a una influenza indiretta e sulle interrelazioni tra le diverse parti della società più che su interventi mirati sulle singole componenti.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, p. 27.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, p. 27.

Per fare un esempio, dei fondi provenienti da REACT-EU previsti per l’occupazione solo 340 milioni sono destinati alle assunzioni di giovani, di cui 40 per il Mezzogiorno. Sono però previsti 4.000 milioni di euro per la fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud, che influenzeranno indirettamente l’ingresso nel mondo dell’occupazione da parte dei più giovani.

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