
ADHD: Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività
Il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo del neurosviluppo ad esordio infantile caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso il normale sviluppo e l’integrazione sociale dei bambini.
9 gennaio 2021 • 3 minutiIndice
Epidemiologia e presa in carico di pazienti affetti da ADHD
Si ritiene che il disturbo da deficit di attenzione e iperattività interessi circa il 6-7% dei giovani al di sotto dei 18 anni di età e che venga diagnosticata circa tre volte più spesso nei maschi rispetto alle femmine.
La presa in carico di pazienti affetti da ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) prevede l’intervento da parte di un’equipe comprendente in primo luogo i neuropsichiatri infantili, soprattutto in riferimento alla diagnosi e al trattamento farmacologico, affiancati da psicologi, logopedisti e Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (in rapporto alle necessità specifiche del caso clinico) ed in collaborazione con gli educatori scolastici e i genitori.
Sintomi e fattori scatenanti dell’ADHD
L’ADHD si distingue da altri disturbi generalizzati dello sviluppo grazie ad alcune peculiarità particolari: distraibilità, inattenzione, iperattività, incapacità di focalizzarsi sull’organizzazione e lo svolgimento di un compito, difficoltà a concentrarsi, mancanza di attenzione selettiva e attenzione sostenuta, difficoltà di elaborazione delle informazioni e impulsività.
Si tratta di un disturbo eterogeneo, complesso e multifattoriale, nel 70/80% dei casi associato ad uno o più ulteriori disturbi.
I fattori scatenanti sono di origine genetica, epigenetica e ambientale, in particolare: cause genetiche (75%), morfologia cerebrale, fattori prenatali e perinatali che possono comportare danni cerebrali o particolari difficoltà legate al decorso della gravidanza o al parto, fattori traumatici, ambientali e relazioni conflittuali tra genitori e bambino, che aumentano la probabilità che il disturbo si manifesti a pieno.
Fisiopatologia dell’ADHD
Il Disturbo di attenzione e iperattività è determinato da un’alterazione congenita del trasporto post-neuronale dei neurotrasmettitori cerebrali, in particolare dopamina e noradrenalina.
Occorre fare una premessa al fine di delineare le caratteristiche del sistema neurotrasmettitoriale: il sistema nervoso autonomo dell’organismo umano si suddivide nella branca simpatica, anche detta di “lotta o fuga”, e in quella parasimpatica, o di “riposo e digestione”; il sistema principalmente coinvolto in questo caso è quello simpatico.
Sistema nervoso autonomo simpatico
Il SNA simpatico è costituito da due neuroni “collegati” tramite una sinapsi e funziona per azione di due neurotrasmettirori: il primo neurone libera Acetilcolina (recettori colinergici, nicotinici e muscarinici), mentre il secondo rilascia Noradrenalina (recettori adrenercigci).
Come accennato precedentemente il SNA simpatico si attiva in risposta a condizioni di stress (lotta o fuga), dunque i suoi effetti saranno quelli che permettono al nostro organismo di far fronte a tali situazioni: aumento dell’ossigenazione dei muscoli, aumento della frequenza e della forza di contrazione cardiaca, aumento della pressione, aumento dell’apporto di substrati energetici, diminuzione delle perdite ematiche grazie a vasocostrizione, midriasi e piloerezione.
Fasi della trasmissione sinaptica
La trasmissione di un segnale nervoso tramite sinapsi chimica avviene in più passaggi, riassumibili in:
- Sintesi del NT (neurotrasmettitore)
- Immagazzinamento nelle vescicole
- Liberazione dalle vescicole e rilascio dal neurone pre-sinaptico
- Legame con i recettori situati sul neurone post-sinaptico
- Depolarizzazione e trasmissione del segnale
- Meccanismi di spegnimento del segnale: degradazione e re-uptake.
Conclusioni
Si può dunque affermare che alla base del disturbo siano da collocarsi principalmente cause genetiche, talvolta ereditarie, con conseguenti alterazioni del sistema neurotrasmettitoriale sopra descritto; vi possono infatti essere anomalie nei percorsi adrenergici, colinergici e serotoninergici. Proprio per questo motivo l’intervento farmacologico con psicostimolanti agisce principalmente sulla trasmissione dopaminergica e noradrenergica.