
Non ci libereremo tanto facilmente dell’influenza stagionale
Il raffreddore comune sembra superare senza troppi problemi le severe misure di prevenzione imposte per il Sars-Cov-2. I ricercatori si interrogano sul futuro delle pandemie.
20 dicembre 2020 • 3 minutiIndice
A gennaio 2020 il mondo scopriva il coronavirus
Era il lontanissimo 9 gennaio 2020. Le autorità sanitarie cinesi avevano appena identificato un nuovo ceppo di coronavirus, quello che noi chiamiamo Il Coronavirus, come se fosse il solo. In realtà il Sars-Cov-2 (questo il suo nome ufficiale) ha molti parenti nella sua sottofamiglia di virus. Non tutti portano la stessa carica di conseguenze se entrano in contatto con gli esseri umani, ma di certo sono ancora poco conosciuti.
In quasi un anno di vita da pandemia ormai si conoscono a menadito le regole di prevenzione per i contagi dell’OMS. Alcune sono basilari, come lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, o restare a casa se ci si sente febbricitanti. Altre sono delle novità rispetto alla vita quotidiana, diciamo, del 2019: indossare una mascherina per coprire naso e bocca, mantenere il più possibile distanze fisiche tra persone, ad esempio.
Intorno a marzo-aprile 2020 tutte le persone che soffrono di riniti allergiche erano sull’attenti. Al minimo starnuto ci si guardava intorno come a temere di essere scoperti. In realtà, i sintomi della Covid-19 sono molto differenti da una comune allergia, che, soprattutto, non è contagiosa. Ma con l’arrivo del primo freddo qualcosa è cambiato.
Con l’autunno sono sorti i primi dubbi: sono sintomi da raffreddore o da Covid-19?
Quando ha fatto capolino la stagione del raffreddore comune e dell’influenza si sono affacciati dei problemi inediti, o quasi. Come riconoscere i sintomi, ad esempio? Andando a dare un’occhiata a Google Trends, a fine ottobre c’è stata un’impennata delle ricerche in merito. Molte persone hanno cominciato a manifestare febbre, mal di gola, tosse, ma poi il tampone molecolare o antigenico (qui trovate un approfondimento sulla differenza tra i due metodi, e anche qualcosa di più) risultava negativo. E allora è sorto un dubbio: come mai le misure di prevenzione non funzionano per il raffreddore comune?
L’influenza del futuro
Facciamo una premessa: non c’è ancora una risposta definitiva. Eppure, come racconta Scientific American, le ricerche di infettivologi e virologi stanno dando alcuni indizi. Innanzitutto, non è vero che le misure di prevenzione da Sars-Cov-2 non funzionano su altri agenti patogeni. Basti pensare che l’emisfero australe quest’anno ha sostanzialmente saltato la stagione dell’influenza.
È però pressoché impossibile scansare tutti i virus responsabili del raffreddore comune e dell’influenza stagionale, circa 200 secondo gli ultimi censimenti. Di questi circa 160 sono rhinovirus.
Secondo i ricercatori, quindi, saremo tutte e tutti sempre suscettibili a qualcuno di loro, e siamo sostanzialmente destinati ad avere l’influenza. Per i ricercatori c’è anche un altro insegnamento che possiamo trarre da questa vicenda. Il fatto che alcuni agenti patogeni siano in grado di sfuggire alle nostre difese o aggirarle deve metterci in guardia per il futuro.
Non si tratta di immaginare scenari distopici o apocalittici, ma una semplice possibilità di una pandemia da rhinovirus. Noi non conosciamo ancora tutti i rhinovirus, né tantomeno sappiamo come e quando potranno mutare. E soprattutto, non è detto che in futuro potranno causare solo semplici raffreddori.